Titolo: Era una famiglia tranquilla
Autore: Jenny Blackhurst
Editore: Newton Compton
Anno: 2017
Pagine: 335
Genere: Thriller
Il voto della Kate: 8
SINOSSI:
Il mio nome è Emma Cartwright. Tre anni fa ero Susan Webster, e ho ucciso mio figlio di dodici settimane, Dylan. Non ho alcun ricordo di ciò che è accaduto, ma devo credere a quello che mi dicono il mio medico e la polizia, no? Ma se uno non riesce a ricordarsi quello che è successo, come può fidarsi ciecamente del fatto che gli altri gli stiano dicendo la verità? E se esiste anche una minima possibilità che mio figlio sia ancora vivo, non credete che dovrei fare di tutto per riaverlo indietro?
LA RECE DELLA KATE:
Ci ho messo una vita a finirlo.
Reclusa in casa le cose sono difficili.
Vago senza meta.
Non mi concentro su nulla.
Prego e poco altro.
Niente cattura la mia attenzione.
Niente.
Il libro comunque vale il mio 8, anche se ancora una volta ci troviamo di fronte a una genitrice omicida.
O no?
Ha cambiato nome e paese ma il passato torna a farle visita e la illude che suo figlio possa essere ancora vivo. Accanto a lei la sua migliore amica (omicida pure lei) e un giornalista affascinante (ma toh, mai un cesso eh!).
Solo che il giornalista forse non è un giornalista, il suo avvocato forse le ha tenuto nascosto qualcosa, il suo ex marito ha un passato universitario da brividi e tutti sembrano avere una vita che lei ignorava.
Era una famiglia tranquilla decolla senza problemi, ci fa fare un buon volo ma in fase di atterraggio si lascia andare a una specie di psicopatia aerea.
Ma ripeto, tutto sommato lo consiglio.
Niente di nuovo sotto il sole, ma molto migliore di altri letti.
Pro: nessun refuso e una buona traduzione.
Un protagonista maschile interessante.
I flash back che intervallano i capitoli dedicati al “now” partono da lontano ma contribuiscono a creare atmosfera.
Contro: la chiusa, come sempre. Uffa.